Cosa succede quando si viene raccontati dalla voce di qualcun altro? Nella neonata rubrica di Nuovi ArgomentiAltre voci in altre stanze“, Vito di Battista parla di questo, partendo dalla storia di Romain Gary, Jean Seberg e Chiaro di donna.

“Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove”.
Recita così la suicide note di Roman Kacew, dal 1951 all’anagrafe come Romain Gary e in arte Fosco Sinibaldi, Shatan Bogat e Émile Ajar, sebbene di questi ultimi non sia più possibile reperire nulla perché Romain Gary li ha riassorbiti tutti dentro di sé. Fa eccezione solo qualche prima edizione, come un Rizzoli del 1976 comprato per due euro qualche anno fa a Bologna.
L’opinione dell’autore su un tale epilogo editoriale la si potrebbe forse supporre, con il consueto margine di errore che è proprio del dibattere sulle scelte dei dipartiti, da Vie et mort d’Émile Ajar. Lui si era dilettato a falsificare le carte mentre il resto del mondo, come è sua prerogativa, alla fine ha avuto la meglio e ogni altro aspetto della questione è diventato buono solo per fare conversazione. Ma questa è un’altra storia, almeno per il momento. […]

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